lunedì 22 dicembre 2014
Pensierino di Natale n.3_Tina family portrait
In questo vecchio post ci sono le indicazioni per costruire da soli la propria Tina.
venerdì 12 dicembre 2014
Pensierino natalizio n.2_Se mi lasci ti riciclo
Secondo episodio della serie Se mi lasci ti riciclo (il primo era questo qui): le gonne realizzate con camicie da uomo che possono diventare anche mantelle... alla faccia sua!
domenica 7 dicembre 2014
domenica 30 novembre 2014
lunedì 1 settembre 2014
mercoledì 20 agosto 2014
Esercizio vetrinistico N.4
Da quando era tornato nell’entroterra, al bar di paese lo
chiamavano Disgiochei, anche se in America lui c’era andato più che altro per
stendere catrame.
A guardarlo, seduto lì nell’angolo mentre sorseggiava birra
e SevenUp, pareve che una parte di lui fosse rimasta in quel posto oltre l’Oceano:
non nel senso sentimentale che potreste immaginare ma in un modo più clinico. Il suo sguardo, così come tutto
il suo corpo, sembravano alla costante ricerca di un contatto con qualcosa che
non era più lì, come se parte del suo cervello fosse stata ancora intenta a
vagabondare per quelle strade nere di catrame, incurante di aver perso il
proprio corpo. Disgiochei era tornato scemo.
Non si capiva bene cosa ci venisse a fare lui al bar: non
giocava, non fumava, non parlava, non leggeva. Lui semplicemente “stava”. Stava
come stanno i pesci in un acquario, che per quanto facciano di tutto per
sembrare occupati, tu lo sai che non fanno un cazzo.
Quel pesce fuor d’acqua sorseggiava il suo intruglio
dolciastro che pareva non dovesse finire mai e intanto, forse, allenava le sue
doti paranormali.
Un giorno si sparse la voce che si era sposato con la
badante bielorussa della moglie dell’ex farmacista. Non so come l’avesse
sedotta, con le sue tasche vuote, le sue squame sbilenche e il suo mezzo
cervello vagabondo; ma, da quel giorno, il suo sguardo distratto non ha più
nulla dell’irrequietezza dell’attesa.
Ora, in uno strano modo esclusivamente loro, si potrebbero
quasi definire felici. Ora, semplicemente, “stanno”.
sabato 16 agosto 2014
sabato 9 agosto 2014
domenica 3 agosto 2014
Esercizio vetrinistico N.3
Lungo il mare c’è una nave
che è
satolla
che
barcolla.
Lungo il
mare c’è una voce
che schiamazza
e si
sollazza.
Lungo il
mare c’è una storia
che commuove,
quanto
piove!
C’è un
signore disegnato
sotto l’elmo
di un soldato.
La sua amata
è una medusa,
dolce luce
assai soffusa.
Così è nato
un pesce alato,
dalla musa e
dal soldato.
Lungo il
mare c’è da andare
da remare
da sognare.
(Il soldato e la medusa sono Salvio Tattoo e Giada Woodenboxes. Il pesciolino alato è Zion: ometto adorabile ed ottimo compagno di colazioni!
Per la location e per la loro conoscenza devo ringraziare Standard b&b.)
mercoledì 30 luglio 2014
Esercizio vetrinistico N.2
Monta in
sella Teresa, che la guerra è finita e noi dobbiamo festeggiare. Andiamo a
scoprirlo insieme questo piccolo mondo tutto da rifare. Un mio amico, che si
chiama Corradino, si è inventato questo attrezzo per viaggiare su ciò che è
rimasto, lo ha fatto con le macerie della guerra.
Monta in
sella Teresa, che con questo ti porto fino a Mirandola. Là ci sono certi campi
di grano! No no non indispettirti, che tra un po’ dicono ci sarà pure la
liberazione sessuale (chissà, poi, se anche di quella si prenderanno merito gli
americani…).
Lo vedi
Teresa? Col mio bolide ti porto a spasso nel tempo: ci catapultiamo in avanti e
poi torniamo indietro, solo un poco, che i lenti ormai non usano più e noi
abbiamo voglia di scatenarci fino a scoprire le ginocchia. Le tue, ginocchia.
Via, via
Teresa, vieni via con me. Sulla mia Vespa c’è pure la radio.
sabato 26 luglio 2014
venerdì 25 luglio 2014
Esercizio vetrinistico N.1
La prima
volta che andai al cinema davano Biancaneve
e i sette nani.
Era il
pomeriggio del 25 dicembre, uno di quei pomeriggi che nella memoria di una
bambina potrebbero durare giorni interi, dilatarsi nell’emozione dei preparativi
trascorsi e traboccare nella sospensione dei giorni a venire, fino a
congiungere un anno con l’altro, nel ripetersi delle tradizioni familiari… Il
grande tavolo a casa degli zii, le posate d’argento e la tovaglia ricamata, la
spola funambolica di piatti indifesi ricolmi di brodo provenienti dalla cucina,
e i tortellini più piccoli che mai siano stati avvistati nei lunghi orizzonti
delle nostre pianure.
Al termine
di uno di quei pranzi (quale?) la zia Paola, la zia single (quella felice delle
due), mi portò appunto al cinema.
Al nostro
rientro ricordo uno scambio di battute apparentemente disinteressate sul fatto
che avevo trascorso buona parte della proiezione scaccolandomi il naso. Fu lì
che capii che gli altri si accorgono di te anche quando si presuppone che siano
impegnati nel fare qualcosa di meglio. L’azione inversa invece, quella secondo
la quale non si accorgono di te quando tu vorresti, deve essersi palesata
solo più tardi; ma questa è una questione squisitamente femminile della quale
non mi va di occuparmi mentre me ne sto al cinema a scaccolarmi.
La fine la
conoscete già: arriva un principe azzurro del quale non abbiamo mai sentito
parlare - e che, per quanto ne sappiamo, potrebbe essere stato a grattarsi fino
ad un attimo prima dell’entrata in scena - ed improvvisamente tutto cambia.
E l’animale
di pezza cosa c’entra? Niente, quello viene da Hong Kong.
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